I quaderni del 1945-1950
Autobiografia
L'Evangelo come mi è stato rivelato
I quaderni del 1943
I quaderni del 1944
I quaderni dal 1945 al 1950
Libro di Azaria
Lezione sull'epistola di Paolo ai Romani
I quadernetti
 
Maria Valtorta a letto

 

 

Negli anni dal 1945 in poi, Maria Valtorta non solo continuò a scrivere l'opera grande portandola a termine (è pubblicata in 10 volumi con il titolo de "L'Evangelo come mi è stato rivelato"), ma compose anche altre due opere, pubblicate con i titoli di "Libro di Azaria" e "Lezioni sull'Epistola di Paolo ai Romani".
Tuttavia non interuppe gli altri scritti disarticolati nei temi ma uniti dalla stessa matrice spirituale o biblica.
Sono ancora lezioni di dottrina, concesse per guidare o per confortare, e sono appunti personali, a volte riferiti a fatti di cronaca (come l'apparizione della Vergine a Roma, in località Tre Fontane).
Con l'esperienza ascetica si intrecciano le vicende della prima diffusione, in copie dattiliscritte, della grande opera sul vangelo, per la quale vengono fornite (con il titolo di "appunti a margine") ampie e profonde spiegazioni in risposta ad alcune critiche e obiezioni.
In ultimo, nel 1950, è un commento parziale del libro dell'Apocalisse.
Tutti questi altri scritti sono raccolti, sempre nell'ordine cronologico della stesura, nel terzo ed ultimo volume intitolato "
I Quaderni del 1945-1950".


A destra si trascrive un brano di questo libro, scritto il 23 febbraio 1946, e riportato anche in quarta di copertina dell'edizione del 2006.

Quaderni 1945-1950


"La buona volonta di amare il Signore! E' stato il filo d'oro che ha brillato in tutte le mie azioni e le ha convogliate, dirette, impedite di straripare in sentieri dove il mio impulso, la mia ardenza di vita, avrebbero potuto portarle.
Anche nel crepuscolo delle ore peggiori, in cui ero proprio una creatura di carne e sangue, ecco che il filo d'oro brillava e mi ricordava Dio e lo sguardo si alzava dalla Terra al Cielo. Uno sguardo sulle prime breve, poi sempre più lungo finchè si è allacciato per sempre, e l'assolo del divino Amore che mi diceva: "Vieni a Me!" si è mutato in duetto in cui io pure ho detto "Vieni! Vieni nel dolore, vieni sempre, con tutto, ma vieni, vieni, vieni, mio solo Amore".
E per raccorciare l'attesa e la distanza, seguendo, ora, il filo d'oro, correndo lungo di esso, mentre prima lo guardavo soltanto, sono andata, andata, senza chiedere, senza neppur pensare di poter giungere al mio stato di ora, ma solo perchè volevo sempre più amare."